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Anfiteatro romano
Dell’anfiteatro romano riminese rimangono poche tracce, ma sufficienti a farsi un’idea delle dimensioni e della forma che esso doveva avere. Situato nei pressi dell’attuale via Vezia, dalla caratteristica forma ellittica, in antichità si trovava a brevissima distanza dalla costa, all’epoca molto più vicina al centro rispetto a oggi. La sua costruzione si ebbe con ogni probabilità nel II secolo d.c., come testimonia la moneta raffigurante l’imperatore Adriano (regnante tra il 117 e il 138), rinvenuta nella muratura dell’anfiteatro. All’esterno misurava 118 metri per 88, mentre la sua arena aveva una dimensione di 73 metri per 44, in pratica due terzi circa del Colosseo romano; all’interno poteva ospitare fino a 12000 spettatori, risultando quindi una tra i maggiori anfiteatri dell’Aemilia. L’accesso avveniva tramite i due portali principali posti all’estremità dell’asse maggiore, mentre gli altri accessi servivano ad accompagnare gli spettatori sugli spalti. Di forma ellittica, era suddiviso su due ordini, per un totale di 60 arcate.
Del grande impianto di un tempo, oggi si possono riconoscere soltanto alcune parti del perimetro esterno, degli spalti e del basamento.
La fortuna dell’anfiteatro scemò rapidamente. Già nel III secolo fu inglobato nelle mura cittadina, erette per difendersi dalle sempre più costanti incursioni barbariche. In epoca medievale fu utilizzato come orto, mentre nel Seicento ospitò un lazzaretto. Soltanto nell’Ottocento si ebbe la sua riscoperta, grazie agli scavi condotti da Luigi Tonini.
