TPL_JAE_ACC_MAIN_HOME_CONTENT
Arco di Augusto
I secolo d.c.
L’Arco di Augusto è una delle principali opere di epoca romana nel nord Italia, oltre al più antico tra gli archi onorifici presenti in Settentrione. L’Arco fu infatti costruito nel 27 a.c. su volontà del Senato romano come ringraziamento ad Ottaviano Augusto, il quale aveva restaurato l’intera Via Flaminia a proprie spese, come si legge nell’iscrizione (oggi molto rovinata) posta sopra l’arcata.
L’arco riminese era un monumento celebrativo, ed infatti era inserito nelle mura cittadine più antiche, quelle, appunto, che non avevano funzione difensiva; due tronconi di queste mura, in pietra locale, si vedono ai fianchi dell’arco. La struttura originaria era accompagnata da due torrioni poligonali (di cui rimangono poche e scarne tracce), oltre ad un attico su cui era posta una statua, forse un ritratto dello stesso Augusto su una quadriga, come scriveva lo storico Cassio Dione.
Il monumento era impregnato di un forte significato simbolico, politico e propagandistico. La grande apertura dell’arco, al punto da non poter essere chiusa da porte, simboleggiava la pace raggiunta da Augusto dopo decenni di guerre civili. I quattro clipei posti sulle due facciate, rappresentavano la potenza di Roma e dello stesso Augusto: sul lato verso le campagne si vedono Giove con le folgori, simbolo del potere imperiale, e Apollo con la cetra, protettore di Augusto e della sua famiglia; verso la città si riconoscono Nettuno, col tridente ed un delfino, e Roma, con la spada ed un trofeo. La testa di bue visibile sulla chiave d’arco simboleggiava lo status di colonia romana di Ariminum.
La merlatura sopra l’arco fu aggiunta in epoca medievale. Nel 1936 furono abbattuti tutti gli edifici che si trovavano intorno al monumento, lasciando isolato come lo vediamo oggi.
